22/12/15

FDIM 70 ANNI !

A Cuba per la festa d'anniversario


Il 1° dicembre 2015 la Federazione democratica internazionale delle donne (Fdim / Widf) ha celebrato il suo Settantesimo anniversario a L'Avana





di Ada Donno


E’ stato, insieme, un appuntamento della memoria, una festa di emozioni, un’occasione di riflessione consapevole e preoccupata sul presente, per noi delegate delle associazioni affiliate alla Fdim  e le invitate che ci siamo ritrovate da ogni parte del mondo: da Cuba, Brasile, Venezuela, Paraguay, Colombia, Guyana, Panama, Guatemala, El Salvador, Messico, Palestina, Libano, Siria, Giordania, Bahrain, Iraq, Portogallo, Grecia, Italia, Cipro, Ucraina, Angola, Mozambico, Sahara Occidentale, Repubblica popolare di Corea e India.

La Federazione delle donne cubane e la Oficina Régional della Fdim per le Americhe e i Caraibi, che ha sede a Cuba, sono state  le speciali organizzatrici di questo significativo evento: a loro va la riconoscenza di tutte noi, per il generoso sforzo organizzativo e per l’accoglienza riservataci.  Dall’Italia vi abbiamo partecipato in tre, delegate dell’Awmr Italia, che è affiliata alla Fdim dal 2006. 
Le attività sono state coordinate dalle vicepresidenti della Fdim Annie Raja (per l’Asia), Skevi Kokouma (per l’Europa), Luzia Ingles (per l’Africa), Mona Alkhill (in rappresentanza di Mayada Abbassi, impedita da motivi di salute, per la regione araba), Maritza Roquet (in rappresentanza di Elizabeth Tortosa, impegnata nella campagna elettorale in  Venezuela, per l’America e i Caraibi), e da Teresa Amerelle, segretaria generale della Federazione delle Donne Cubane.
La presidente della Fdim Marcia Campos, che non ha potuto essere presente per motivi di salute, ha inviato dal Brasile un messaggio di saluto, nel quale ha espresso il sentito apprezzamento di tutta la Fdim alle compagne cubane per aver voluto realizzare l’evento “qui, nella terra di Vilma, di Fidel e del Che”.

Ci ha dato il benvenute Yanira Kupper, della Segreteria Nazionale della Fmc, che ci ha introdotte alla visione di due filmati: uno storico, sul congresso di fondazione della Fdim, nel Palais de la Mutualité a Parigi nel 1945, che ci ha riproposto le immagini – un lungo minuto d’intensa emozione - di quel lontano atto fondativo che elesse la prima presidente, la scienziata e umanista Eugenie Cotton. Il secondo filmato, più recente, era dedicato alla luminosa figura di Vilma Espin, partigiana della rivoluzione cubana, fondatrice della Fmc e vicepresidente della Fdim, scomparsa pochi anni fa.

Nelle relazioni delle vicepresidenti e di Teresa Amerelle, nei numerosi interventi delle partecipanti, nei messaggi di saluto, è stata ricordata la storia grande e complessa della Fdim nei suoi settant’anni di attività: l’impegno ininterrotto per l’emancipazione e i diritti delle donne nei cinque continenti, all’interno dei paesi dove hanno operato le sue organizzazioni federate e nell’interlocuzione costante con le istituzioni internazionali, nell’ambito del sistema delle Nazioni Unite; l’impegno ininterrotto per l’emancipazione di popoli e paesi dal giogo colonialista e  imperialista, per la giustizia sociale, per la solidarietà internazionale e la pace nel mondo.  Sono state riconosciute e nominate le angustie del presente; sono state ipotizzate le vie di uscita e di sviluppo possibili, di superamento degli ostacoli e delle complicazioni prevedibili, per le donne e per la società umana in generale.



Un omaggio doveroso è stato tributato alle grandi donne che, negli anni passati e in quelli più recenti, si sono dedicate con tutta la cura, la forza e la passione di cui sono state capaci, all’impegno di far vivere e fare più grande la Fdim.  
Alicia Campos Perez, coordinatrice dell’ufficio regionale per l’America e i Caraibi, ne ha scandito i nomi, uno per uno: alcuni ormai leggendari, conosciuti nel mondo, come quelli della spagnola Dolores Ibarruri e della sovietica Nina Popova, partigiane della resistenza internazionale contro il nazifascismo e fondatrici della Fdim a Parigi; o quello della portoghese Maria Lamas, anch’essa presente all’atto fondativo di Parigi, resistente contro il regime fascista di Salazar. Altri nomi meno noti, e difficili da pronunciare per noi, come quello della vietnamita  Ha Thi Kiet, o quelli delle indiane Vidya Munshi (anche lei fra le fondatrici a Parigi) e  Malagika Chatterjez (tuttora vivente, fra le prime nella segreteria della Federazione). Altri nomi, ancora, entrati nella memoria collettiva dei loro rispettivi paesi per il ruolo svolto nella politica e nei movimenti delle donne, come le italiane Camilla Ravera, Ada Gobetti, Marisa Rodano, tutte fondatrici della Fdim (Marisa Rodano fu la più giovane delle numerose delegate italiane allo storico congresso di Parigi, ed è l’unica ancora vivente), e Carmen Zanti, che fu segretaria generale della Fdim negli anni ’60.



E poi, venendo all’oggi, la statunitense Vinie Burrows (tuttora presidente del WREE, l’Organizzazione per l'uguaglianza razziale ed economica delle donne); Emily Nafa (presidente della Organizzazione  delle donne  di Giordania); Ruth Neto, presidente dell’Unione delle donne angolane, protagonista delle lotte anticolonialiste degli anni ’50 e ‘60; Ligia Prieto (presidente dell'Unione delle donne paraguaiane); le cubane Yolanda Ferrer (già segretaria generale della Fmc), Dora Carcaño e Magalys Arocha (già coordinatrici della regione America e Caraibi); le greche Kalliopi Boudouroglou e Roula Koukoulou, la cipriota Cristina Dimitriadou, l’inglese Barbara Switzer, l’argentina Fanny Edelman, ed altre ancora. Particolarmente affettuoso il tributo alla libanese Linda Matar, da molti anni infaticabile coordinatrice della Regione Araba, che non ha voluto mancare a questo storico appuntamento.


La conferenza ha lasciato spazio a numerosi  interventi di saluto: di Antonio Guerrero, uno dei cinque cubani detenuti a lungo negli Stati Uniti con la falsa accusa di spionaggio e finalmente liberati di recente;  dei rappresentanti di organizzazioni internazionali con sede a Cuba, come la Federazione Sindacale Mondiale e la Federazione Mondiale della Gioventù Democratica; di organizzazioni cubane di respiro internazionale, come il Movimento Cubano per la Pace, l’Organizzazione di solidarietà con i popoli asiatici, africani e latinoamericani, l’Istituto cubano di amicizia con i popoli.
Gli spettacoli culturali offerti dal gruppo teatrale giovanile "La Colmenita" e dall'Accademia di Canto "Mariana de Gonitch" hanno chiuso i festeggiamenti.
Contestualmente alla celebrazione del 70° anniversario, si è svolta il 28, 29 e 30 novembre, la riunione del comitato direttivo della Fdim, che ha messo a punto l’agenda, le modalità di svolgimento e altri aspetti organizzativi del prossimo XVI congresso, che si terrà a Bogotà, Colombia, il 15-18 settembre 2016.


La proposta delle donne colombiane di tenere nel loro paese il XVI congresso è stata accolta con entusiasmo dalla Fdim. E’ una scelta che intende significare, dall’una e dall’altra parte, piena consapevolezza del momento cruciale che quel paese sta vivendo e insieme riconoscimento del ruolo svolto dalle donne colombiane nella storia recente dei conflitti politici, sociali e armati che hanno dilaniato la popolazione del loro paese, del loro  sforzo di smascherare il carattere oppressivo del sistema politico del loro paese e insieme operare per un possibile accordo di pace. Nell’accordo che si profila tra le forze insurrezionali e  il governo, le donne colombiane intravedono l’opportunità di un’affermazione delle loro aspirazioni, nel segno di una nuova era di riunificazione e di pace in Colombia.

Il XVI congresso dovrà definire l’azione e la nuova direzione della Fdim per il prossimo triennio. Sull’onda di questo comune sentire, il comitato direttivo ha concluso i suoi lavori con l’approvazione delle risoluzioni di solidarietà con Palestina, Siria, Venezuela, Cuba, Colombia, Repubblica democratica di Corea, Sahara Occidentale e Cipro, riaffermando che «gli effetti della crisi capitalistica globale hanno deteriorato la vita delle classi lavoratrici, e specialmente delle donne, che continueranno a difendere le libertà democratiche e i diritti delle donne, a resistere al riaffacciarsi del nazismo, del fascismo e del militarismo sotto nuove forme, a lottare per l’eliminazione di ogni forma di violenza, specialmente quella che impedisce alle donne di vivere con dignità, privandole dell’uguaglianza economica, politica e sociale…».

A conclusione dei lavori, tutte noi convenute, delegate e invitate, abbiamo sottoscritto all’unanimità la CARTA DE L’AVANA, dichiarazione d’intenti nella quale si riafferma la validità dei principi sui quali la Fdim fu fondata 70 anni fa e la volontà di continuare ad ispirarsi ad essi negli anni a venire.


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