30/07/13

NO MUOS A NISCEMI

SOLIDARIETA’ E SOSTEGNO AI COMITATI NO MUOS DI NISCEMI
Per il diritto alla salute e alla vita, contro il vergognoso voltafaccia della Regione Sicilia

La commissione allargata del Premio Donne Pace Ambiente Wangari Maathai (composta da Associazione A Sud, Casa Internazionale delle Donne, Zero Violenza Donne, Associazione daSud, Coop. Be Free, Action A, Bambini senza Onde, Teatro Valle Occupato, EVA Pescomaggiore) considera “una vera e propria beffa ai cittadini siciliani la decisione del Presidente della Regione Rosario Crocetta, che dopo aver, nel marzo scorso, revocato la concessione per l’installazione del Muos a Niscemi, ha pensato bene, nei giorni scorsi, di fare marcia indietro revocando a sua volta, nell’imbarazzo generale, la revoca imposta ai lavori.
Una decisione incomprensibile, che tradisce ogni fiducia riposta nelle istituzioni dai tanti cittadini, comitati, organizzazioni locali e non che in questi mesi hanno sostenuto la battaglia contro la costruzione del potente (e nocivo) sistema satellitare di difesa targato Usa sul territorio della Trinacria.

26/07/13

LIBANO

VIOLENZA CONTRO LE DONNE


Beirut, 24 luglio 2013
"Che vergogna!" - ha scritto Marie Nassif-Debs, vice segretaria generale del Partito comunista del Libano, a commento della decisione del giudice istruttore di rilasciare Alaa Khatib, il marito assassino di Roula Yacoub, accusato di aver percosso la donna fino a farla morire - "L'assassino di Roula Yacoub viene rilasciato ancor prima che le indagini sulle circostanze della morte della donna fossero completate e senza che il giudice prendesse in considerazione la richiesta dei genitori della vittima, del loro avvocato e di alcuni medici che hanno messo in dubbio i risultati della prima autopsia fatta.
Noi crediamo che il rilascio dell’assassino sia in realtà frutto di pressioni continua di personalità influenti e note, secondo quanto riferiscono alcuni media. Per questo, pur ribadendo la nostra posizione contro questo crimine orribile, non possiamo al momento che  proclamare la nostra indignazione. Che vergogna!
Facciamo appello al Presidente del Parlamento libanese e ai parlamentari che, due giorni fa, hanno proclamato a gran voce che avrebbero votato il disegno di legge sulla violenza contro le donne in considerazione di quanto accaduto a Roula Yacoub; esigiamo da loro una presa di posizione coraggiose e pubblica nei confronti dei loro colleghi che - a detta dei media hanno esercitato fin dal  primo giorno, ogni tipo di pressione al fine di camuffare il crimine.
Chiediamo inoltre a tutti i partiti politici, alle rappresentanti e ai rappresentanti dell’opinione pubblica, di agire rapidamente per evitare che il criminale possa sfuggire alla giustizia."

TURCHIA

Sollecitiamo una visita medica per Abdullah Ocalan!

La Wilpf Italia- Lega internazionale di donne per la pace e la libertà, rispondendo all'invito diffuso dall'Ufficio d'Informazione del Kurdistan in Italia,  ha inviato una lettera al Ministro della giustizia turco Sadullah Ergin, ad Ankara, chiedendogli di consentire al più presto che una delegazione di medici indipendenti possa effettuare una visita al leader Kurdo Abdullah Ocalan, detenuto da 14 anni in isolamento nel carcere di Imrali. Le condizioni di segregazione cui è sottoposto Abdullah Ocalan gli impediscono di prendere parte attiva al nuovo processo di pace avviatosi nel marzo scorso 
Signor Ministro, si dice nella lettera della Wilpf Italia, la nostra associazione di donne si rivolge a Lei per sollecitare in tempi rapidi una visita sanitaria al signor ABDULLAH OCALAN da parte di medici indipendenti. Le sue condizioni di salute, dopo 14 anni di detenzione,risultano assai precarie e temiamo un peggioramento irreversibile. Fiduciose in un suo pronto ascolto, porgiamo distinti saluti.
Per la Wilpf Italia
la presidente Antonia Sani
Roma, 21 luglio 2013 

14/07/13

Violenza contro le donne

L’associazione libanese Egalité-Wardah Boutros per i diritti delle donne denuncia la morte di Rola Yacoub e chiede una legge contro la violenza sulle donne

Beirut, 11 luglio 2013

Rola Yacoub, 31 anni, madre di quattro figlii, il maggiore non più di dodici anni, è morta sotto le percosse del marito che l’ha torturata… fino alla morte
Rola Yacoub è l’ultima vittima di reati di violenza domestica, ma probabilmente non sarà l’ultima vittima dell’eterna oppressione… poiché le autorità libanesi, parlamento in testa, sono riluttanti a varare la legge a tutela delle donne contro la violenza domestica che giace accuratamente nascosta in fondo ad un cassetto.
Rola Yacoub è morta, come molte altre prima di lei, perché la giustizia libanese è cirìeca e non c’è una legge che difenda le donne e tuteli il loro diritto a vivere, mentre, cosa più atroce di tutto ciò,  certe autorità libanesi stanno cercando di camuffare questo crimine efferato.
Fino a quando taceremo? Fino a quando resteremo a guardare? Fino a quando permetteremo che si compiano tali crimini con tro l’umanità?
L’Associacione Egalité- Wardah Boutros per idiritti delle donne si appella a tutte le associazione di donne, ai sindacati, alle organizzazioni giovanili, agli intellettualio e ai partiti politici che si definiscono democratici perché facciano sentire la loro voce al più presto per porre fine  alla violenza e ai crimini contro le donne, qualsiasi forma di violenza,  prima ditutto quella fisica.

08/07/13

No F35

LETTERA AL SENATO
In previsione del voto in Senato in merito agli F35,  il 10 luglio, la sezione italiana della Wilpf – Lega internazionale di donne per la pace e la libertà, ha inviato il seguente appello al presidente del Senato, Pietro Grasso:
Gentile Presidente,
come rappresentanti della sezione italiana di un’associazione internazionale di donne, siamo in grado di rappresentarle lo sconcerto emerso in vari paesi dell’UE alla notizia dei giorni scorsi secondo la quale il Parlamento, espressione massima della volontà popolare, non può decidere di rifiutare l’acquisto degli F-35, decisione che spetterebbe solo al Governo.
Crediamo che il Consiglio Supremo della Difesa nello svolgimento della propria funzione non possa non tener conto della volontà espressa fin qui da un ramo del Parlamento, contrario a sottoscrivere l’acquisto di strumenti di morte che sottrarrebbero risorse preziose alla convivenza civile del nostro paese.
Certamente la formula del rinvio adottata dalla Camera non ci trova d’accordo, avremmo certo preferito un pronunciamento più netto, ma ci auguriamo che il Senato - in occasione della prevista votazione sul punto - almeno non retroceda da quella posizione se non sarà in grado di esprimere quel rifiuto definitivo che noi sollecitiamo vivamente!
La preghiamo di far pervenire questo nostro appello agli onorevoli senatori e senatrici.

Antonia Sani
Presidente della Wilpf Italia